CARTOLINE DI GELA
Con balaustrata e quattro gradini
La cartolina presentata è una
delle più interessanti e più
antiche delle collezioni d’epoca
di Gela, può essere datata,
infatti, nell’ultimo decennio
dell’Ottocento; l’illustrazione,
quindi, si riferisce a come si
presentava allora la Chiesa
Madre, in particolare con uno
spazio sul lato sud denominato
Largo Madrice. Come si
può notare, la superficie (fino
alla prima metà dell’Ottocento
adibita ad area cimiteriale)
attorno alla chiesa, delimitata
per una decina di metri da una
balaustrata risalente al 1848,
era qualche metro più sopra
rispetto al livello del
sottostante Corso, infatti, i
gradini dei due ingressi ovest e
sud alla chiesa, che compaiono
in cartolina, sono quattro, meno
della metà rispetto a oggi. Nel
1903 il Comune di Terranova
procedette a un abbassamento,
fino al livello del Corso,
dell’area perimetrale della
chiesa, con la convinzione che
fosse demaniale. Il parroco
dell’epoca, Mons. Gioacchino
Gurrisi, però, intentò causa al
Comune, anche perché lo
spianamento mise a nudo
pericolosamente le fondazioni
della stessa chiesa. La
questione si risolse in
tribunale con sentenza
favorevole alla chiesa in quanto
l’area in oggetto era di sua
proprietà e quindi
“…inalienabile,
imprescrittibile, e
inespropriabile anche per
pubblica utilità”. Il Comune
così ebbe torto e, oltre a
pagare i danni, procedette al
rinforzamento delle fondazioni
della chiesa con una bassa
struttura scarpata di
contenimento. Sul fronte della
cartolina, infine, si legge “F.
Salerno Vinciguerra Edit. -
Terranova di Sicilia 0238”.
La didascalia, che definisce
impropriamente la chiesa come
Cattedrale e non come “Duomo”,
può indurre erroneamente a
considerare che Terranova fosse
stata sede vescovile.
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