Chiese di Gela

 

Chiesa Cappuccini

 

 

La chiesa dei PP. Cappuccini, relativamente alla navata centrale, fu edificata nella metà del XIII secolo, mentre le navate laterali di nord e sud furono aggiunte rispettivamente nel 1935 e nel 1962. Nella chiesa si conservano, oltre a diverse antiche statue, un pregiato polittico settecentesco con cornici in legno intarsiato, un’artistica custodia del Divinissimo del XVII secolo, un dipinto su tavola del 1700 raffigurante la Graziosa vergine degli Ammalati e un dipinto attribuito al Paladini (Santa Maria della Porziuncola); inoltre, nell’attiguo convento si osserva un dipinto (il Beato Bernardo da Corleone) attribuito ad un pittore della scuola di Guido Reni. La chiesa dei Cappuccini è dedicata al culto della Madonna delle Grazie la cui festa ricorre il 2 di luglio.

Nel Largo Cappuccini scoperta una necropoli arcaica

Durante la posa di una conduttura di acqua nel quartiere Cappuccini, di fronte la chiesa omonima, a ridosso della scuola elementare A. Aldisio, qualche giorno fa (ultima decade di agosto), a quasi mezzo metro di profondità, sono venuti alla luce diverse tombe risalenti al VII-VI sec. a.C. La ditta appaltatrice ha bloccato immediatamente i lavori avvisando la Soprintendenza del ritrovamento. Purtroppo in tutti i lavori di scavo che si eseguono  a Gela non c’è nessun controllo preventivo della Soprintendenza, nonostante che l’area dello scavo fosse risaputo da tempo far parte di un’antica necropoli. Gianluca Calà e Antonio Catalano della Soprintendenza stanno eseguendo lo scavo che già ha fatto evidenziare cinque tombe, quel che rimane di un grosso vaso, uno scheletro con il cranio rivolto ad est, e molti cocci tutti rialsenti al periodo arcaico. Lo scavo per ora è a spese della ditta appaltatrice e non durerà molto, pertanto, si spera in un finanziamento regionale per proseguirlo ed estenderlo ad una superficie più grande. Se il finanziamento non sarà erogato, purtroppo, lo scavo archeologico sarà interrotto e la zona scavata sarà ricoperta definitivamente con grave danno alla conoscenza della Gela e della Sicilia greche arcaiche. Tranne che, cosa per niente probabile, intervenga il Comune il quale con un finanziamento adeguato potrebbe far completare lo scavo archeologico.

L’area in oggetto rappresenta il lembo estremo di una grande necropoli arcaica che, come già indivuata da Paolo Orsi tra il 1900 e il 1902, parte dalle strade del Borgo ad ovest della cinta federiciana per arrivare all’inizio di Via Romagnoli; immediatamente a sud di essa, sul declivio che va verso la spiaggia (già proprietà La Paglia e Camarella),secondo la descrizione dello stesso Orsi, dovrebbero trovarsi altre aree interessanti dell’antica necropoli.

 

 

 

Nel 1903, in quest’area ad esempio, oltre a centinania di reperti importanti (tutti inesorabilmente trasferiti a Siracusa), fu scoperta una rarissima patera in bronzo figurata di circa 15 cm., decorata a punzone ed a sbalzo, descritta da Orsi come di origine cipriota con influssi di tipo miceneo.

 

 

Per i particolari dei ritrovamenti si aspetta una descrizione ufficiale da parte della Soprintendenza che, se avverrà, si avrà cura di riportare successivamente.

 

   

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