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Gennaio 2022
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Un uomo da ricordare

il Comm. Angelo Jacono

 

Apicoltura in Sicilia e a Gela

La scuola musicale di Gela

Un uomo da ricordare

Il Comm. Angelo Jacono

 

    Nato a Vittoria il 26 gennaio del 1906, dopo aver completato gli studi superiori, con la famiglia si trasferisce a Gela, città di origine della madre Elisabetta Aldisio, dove si dedica a tempo pieno ad organizzare diverse aziende agricole anche per conto terzi.

    Nel 1938 mette su famiglia sposando Rosa Barone da cui nascono Gaetano, Vincenzo e Fabrizio. Dopo varie vicissitudini legate al secondo conflitto mondiale, nell’immediato dopoguerra, oltre a continuare ad occuparsi di agricoltura, intraprende diverse attività diventando tra l’altro commerciante di cotone e di combustibili ma anche assicuratore della RAS-Assicuratrice Adriatica.

    Verso la fine degli anni Quaranta, in concomitanza dell’attività politica di Salvatore Aldisio, suo lontano parente, Angelo Jacono ne diventa amico, consigliere, accompagnatore e persona di fiducia.

    Agli inizi degli anni Cinquanta gli viene affidata la presidenza dell’Opera Pia per il ricovero dei vecchi poveri a cui fornisce le basi per lo svolgimento della sua attività futura. Sempre in questo periodo gli è anche affidata la presidenza dell’Ospedale Civico, una carica importante che svolge con notevole profusione di impegno e intelligenza. Ed è grazie al suo interessamento, ma anche coinvolgendo l’amico On. Aldisio, che il 4 marzo del 1956 viene posata la prima pietra del nuovo ospedale, un edificio più grande e moderno per sostituire quello fatiscente del vecchio convento delle Benedettine di Clausura all’interno del centro storico murato; ospedale intitolato a Salvatore Aldisio, come si legge in rilievo sulla prima pietra durante la posa, ma mai denominato col suo nome. Chissà perché…

    Il suo impegno per il sociale non passa inosservato, tant’è che il 2 giugno del 1957 dal Presidente della Repubblica Gronchi gli viene conferita la “Commenda” al merito della Repubblica Italiana.

    Nel 1958, continuando a perseguire un’opera filantropica, fa nascere la sezione di Gela del Rotary Club Service che dirige con entusiasmo e spirito di servizio per diversi anni. Intanto, attratto dal vivace agone politico di quel periodo, si candida nelle file del MSI e sempre nello stesso anno è nominato Commissario Straordinario Del Consorzio di Bonifica della Piana del Gela dall’Assessore Regionale Agricoltura e Foreste On. Nino Occhipinti. Tre anni di assiduo e proficuo lavoro lo vedono impegnato a risolvere importanti problematiche dell’agricoltura gelese; vengono risolti ed avviati a soluzione problemi di vitale necessità ed importanza per gli interessi del Consorzio e dei consorziati, fra i quali la nuova diga sul torrente Comunelli, lo sfangamento del bacino del Disueri, la bonifica della zona Margi Pozzillo, la sistemazione idraulica del torrente Roccazzelli e del fiume Gela, la realizzazione di 80 chilometri di strade di bonifica, ecc. Tra le varie progettazioni del Consorzio era pure prevista una galleria che passando sotto la zona del Borgo doveva sboccare all’altezza dell’Orto Pasqualeddu a lato della Villa Comunale, ma le difficoltà dell’opera e la mancanza dei dovuti finanziamenti ne resero impossibile la realizzazione.

    A cavallo degli anni Sessanta il Comm. Jacono riceve l’incarico di Commissario di Sconto di Credito Agrario presso l’agenzia di Gela della Cassa di Risparmio di cui nel 1961 diviene pure consigliere di amministrazione, carica di responsabilità e prestigio che ricopre per ben sei anni. Contemporaneamente a quest’ultimo incarico entra anche nel direttivo dell’Unione Agricoltori facendosi portavoce degli interessi degli operatori di Gela.

    Nella seconda metà degli anni Sessanta, dopo aver lasciato tutti gli incarichi, si ritira a vita privata per accudire alla propria azienda agricola.

    Nel 1982, colpito da un inesorabile infarto, muore all’età di 76 anni lasciando nella costernazione la famiglia e gli amici che sempre ancora lo ricordano con simpatia e profonda stima.

 

 

Apicoltura in Sicilia e a Gela

 

    Imbattendosi casualmente con delle le api spesso si ha paura di essere punti in quanto sono considerate come fastidiosi e pericolosi insetti tant’è che quando casualmente entrano nelle case sono allontanate. Eppure sono in pochi a sapere cosa possano rappresentare questi insetti sia per l’ambiente che per l’economia; infatti, le api oltre ad essere le uniche produttrici di miele, appartengono alla categoria di quegli insetti responsabili dell’impollinazione di circa i 2/3 delle piante coltivate al mondo. Ma non è solo una questione di quantità: il fenomeno dell’impollinazione ci assicura infatti maggiore varietà e pregiate qualità delle colture con migliori proprietà nutritive; addirittura senza le api, la coltivazione in serra di determinati prodotti non potrebbe esistere nella sua completezza.    La Sicilia è la terza regione italiana nella produzione del miele anche se, però, come avviene nel resto d’Italia, già fin dal 2007 risente la crisi del settore con un calo della stessa produzione. E ciò è dovuto all’uso indiscriminato di pesticidi usati in agricoltura, alla crescente urbanizzazione e alle monocolture di tipo intensivo che privano le api di aspirare il nettare dai fiori; incidono negativamente anche i cambiamenti climatici che avvenendo troppo in fretta rendono difficoltoso sia alle api che alle piante un loro adattamento.

     Tra i vari tipi di miele in Italia dobbiamo mettere in rilievo il “miele di agrumi” (arancio, limone e mandarino); il più famoso e forse il più apprezzato è quello che si produce nel Sud, in Sicilia in particolare, grazie alle estese coltivazioni di agrumeti i cui fiori nettariferi della zagara sono bottinati dalle api. Nell’Isola infatti la produzione del prodotto è un’attività legata ad una tradizione millenaria con un’apicoltura che produce tra i mieli più pregiati al mondo.

    Anche a Gela, sino agli anni Venti, esisteva un’attività legata all’apicoltura, con la presenza di una serie di alveari gestiti da privati cittadini che producevano in media annualmente 528 Kg. di miele e 52,8 Kg. di cera. Tant’è, che la Confederazione Nazionale Fascista degli Agricoltori della provincia di Caltanissetta inviava allora una circolare ai podestà e ai “Fiduciari Comunali”, avente per oggetto “Censimento apistico”, con cui si chiedeva la trasmissione delle denunzie relative al censimento degli alveari e l’indicazione nominativa dei possessori sulla base di un precedente decreto prefettizio.

    Intanto, in merito alla suddetta produzione di miele e di cera d’api, qui di seguito si riportano i nominativi dei 10 apicultori terranovesi proprietari nel 1828 di alveari, tra razionali e villici, e le loro ubicazioni nelle varie contrade di Gela:  in C.da Scavone - Vanasco Pericle; in C.da Capo Soprano - Di Bartolo Giuseppe fu Felice; in C.da Santo Olivo - Di Pietro Carlo fu Cav. Paolo; in C.da Settefarini - Li Destri Emanuele fu Emanuele; in C.da Mautana - Nocera G. Uff. Salvatore; in C.da Zappullazzo (o Zappellazzo) - Navarra Cav. Giuseppe fu Giacomo; in C.da Casa Mastro - Navarra Cav. Cesare; in C.da Fiaccavento - Di Bartolo Dott. Angelo e in C.da Feudo Nobile - Fratelli Emanuele e Vincenzo Rosso e Di Silvestre Carmelo fu Baldassare, coltivatore. Di tali dieci alveari si riesce a sapere anche la quantità dettagliata della loro produzione annuale grazie al prospetto qui allegato alla pagina.

 

La scuola musicale di Gela

 

    La scuola musicale di Gela è il risultato di varie trasformazioni istituzionali che risalgono al 1873 quando dal Comune di Terranova di Sicilia fu istituita la Scuola di Musica e Banda Cittadina, rinominata qualche decennio dopo Filarmonica Municipale con la direzione del Maestro Cav. N. Mistichelli, che ebbe vita fino ai primi anni del Novecento. Dopo un’interruzione di circa dieci anni la scuola riaprì nel 1913, grazie all’impegno del Cav. Giuseppe Navarra, con la denominazione di

Scuola Municipale d’Archi; al suo funzionamento oltre al Navarra collaborarono i Proff. Clemente Di Santo e Umberto Salafìa, il primo proveniente dal Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, il secondo da Praga dove aveva frequentato un corso di perfezionamento con il famoso Otakar Sevcik, reputato a quei tempi il maggiore didatta dell’arte violinistica. All’organico della Scuola si aggiunse in seguito la Prof.ssa Margherita Vullo. 

    Nella Scuola Municipale d’Archi nel corso degli anni si formarono molti musicisti che in seguito ebbero incarichi di rilievo, tra loro si ricordano Salvatore Lumia secondo violoncello al San Carlo di Napoli, Nicolò Lumia prima viola al Petruzzelli di Bari, Luigi Casciana primo violino al Teatro Reale dell’Opera di Roma e vicedirettore dello stesso, Gaetano Milana primo dei secondi violini nell’Orchestra Sinfonica di New York, Ernesto Cipolla quinto violoncello al Regio di Torino, Giuseppe Favitta secondo contrabbasso all’Arena di Verona e nei Teatri Fiorentini e Nicolò Romano quarto violoncello nell’Orchestra Stabile di Ginevra.

    Dopo diversi anni, però, la scuola subì una battuta d’arresto per mancanza di finanziamenti da parte del Comune. Si arrivò a   1927 per vedere la scuola riprendere il funzionamento. In questo secondo periodo si formarono altri musicisti che conseguirono poi posti di rilievo, tra loro Francesco Cacciatore, Emanuele Caruso divenuto uno dei più competenti e geniali liutai d’Italia, Giuseppe Cali prima violadell’Orchestra di Alberto Semprini, Emanuele Catania violinista di prima linea tra i giovani concertisti europei e prima viola nell’Orchestra Sinfonica della RAI, Gino Felice componente dell’orchestra sinfonica della Cassa di Risparmio di Milano e Giovanni Giarrusso secondo corno al teatro Massimo di Palermo e poi al Teatro Reale dell’Opera di Roma.

 

 

    Il 25 luglio del 1929, con deliberazione podestarile, la denominazione della scuola fu ancora sostituita con Scuola Normale di Musica la quale con alterne vicende funzionò fino alla fine del 1940; l’11 dicembre dello stesso anno il Commissario Prefettizio del Comune, dopo lo scioglimento della Banda Musicale cittadina e della stessa Normale, con un finanziamento di L. 45.000 istituì la Scuola Professionale di Musica. Così come avvenne per la Scuola d’Archi, anche a questa scuola professionale fu annessa la Scuola Popolare di strumenti a fiato per allievi bandistici con la direzione del Maestro Francesco Renda. Durante il funzionamento di questa scuola professionale fu formata un’orchestra sinfonica con più di 60 musicisti con la quale furono raggiunti notevoli risultati sia a Gela, sia in molte città della Sicilia spesso con grande successo di stampa e di pubblico; si ricordano i concerti tenuti a Malta e al Teatro Massimo Bellini di Catania e quelli con la direzione di famosi direttori come i Maestri Alfredo Casella e Antonio D’Ayala.

    La scuola di musica continuò ad operare fino al luglio del 1943, quando, in concomitanza degli eventi bellici che seguirono allo sbarco degli Alleati, cessò di funzionare per circa un lustro. In seguito, sulla base di una radicale ristrutturazione, nel 1949 la scuola fu riavviata con cambio di sede e con una nuova denominazione, quella di Scuola Comunale di Musica (ma anche Liceo Musicale Comunale) la cui direzione fu affidata al Maestro Gaetano Croce.   

    Il 28 marzo del 1955 il Comune cambiò ancora nome alla scuola denominandola Accademia Professionale di Musica, a cui fu annessa anche la “Banda Cittadina”, con sede nei locali dell’ex Convento delle Clarisse adiacenti alla Scuola Santa Maria di Gesù; il corpo insegnanti, però, fu ridotto drasticamente a tre professori, Margherita Vullo, Francesco Cacciatore e Silvestre Tignino. A rendere più difficile il funzionamento della scuola, sopravvenne lo sfratto dall’ex convento tant’è che, prima di avere un’altra sede, fu costretta a funzionare per breve tempo nell’abitazione privata della Prof.ssa Vullo in via Romagnoli e in seguito nei locali della Scuola Elementare Antonietta Aldisio, in attesa del completamento della nuova sede adiacente alla palestra del Convitto Pignatelli con ingresso in via Feace. Intanto nel 1961 morì il Cav. Giuseppe Navarra e la sua scomparsa purtroppo rappresentò la fine del buon funzionamento della scuola musicale che da lì a qualche decennio, dopo essersi ridotta ad avere solo il prof. Silvestre Tignino come docente e come sede l’ex spogliatoio della palestra della Scuola Media San Francesco (allora ospitata nei locali dell’ex Convento di Sant’Agostino), chiuse definitivamente i battenti dopo quasi un secolo di vita.  Finì così miseramente la storia di una delle prime e più prestigiose scuole di musica della Sicilia che, grazie ai numerosi talenti formatisi nell’arte della musica, tanto onore diede a Gela.

    Nel 1995, grazie all’ex Banca di Credito Cooperativo SOFIGE, nacque l’Associazione Culturale e Musicale Gelese “Giuseppe Verdi” che costituì il Complesso Bandistico Orchestrale, diretto dal Maestro Gioacchino Mattisi, a cui successe il Maestro Ignazio Miceli, con Presidente il Dott. Salvatore Domicoli.

    Nel 1998, su proposta del Consiglio comunale, risorse la Scuola di Musica del Comune di Gela, intitolata al compianto concittadino Cav. Giuseppe Navarra; scuola che dipendeva dall’Istituto Musicale “Vincenzo Bellini” di Catania (quest’ultimo dal 2020 statalizzato e divenuto Conservatorio). Purtroppo tale ultima scuola musicale gelese, dopo circa tre lustri, finì male con la sua chiusura definitiva. Nel 2012 nacque l’Orchestra di Fiati “Francesco Renda” diretta dal Direttore e Presidente Maestro Mirko Musco.

    Oggi il Comune di Gela, settimo in Sicilia come numero di abitanti, che si sappia non possiede nè scuola di musica, nè banda musicale cittadina. Che triste epilogo!

 

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