GIOVANNI GUCCIONE
Medaglia d'Oro al Valor Militare
(Si ringraziano gli eredi Guccione per la cortese concessione delle foto)
Giovanni Guccione,
Sottotenente del 76° Reggimento Fanteria del Regio Esercito Italiano, il 21
ottobre 1915 nelle Alture di Selz sul Carso, alla testa di un plotone di
soldati, mentre stava creando un varco su un reticolato di filo spinato, che
impediva di spostare al coperto l’artiglieria italiana soggetta ai colpi
dell’esercito austriaco, fu colpito inesorabilmente a morte dal fuoco nemico.
Ma oltre al
Guccione vi furono più di 600 soldati, dei circa tre mila terranovesi andati a
combattere, che immolarono la propria vita per combattere le potenze imperiali;
di essi, nel Parco delle Rimembranze, dove tuttora si erge il monumento ai
caduti della guerra del 1915-18, fino agli anni Quaranta esistevano degli alberi
con apposte più di 200 targhe di ferro smaltato che ricordavano i nomi.
Giovanni Guccione,
Medaglia d’Oro al Valor Militare nella Prima Guerra Mondiale, nacque a Terranova
di Sicilia il 4 gennaio del 1891, da Gaetano e da Giuseppa Perricone.
Della sua
fanciullezza si sa ben poco, a parte che frequentò la locale Scuola Tecnica
Paolo Emiliani Giudici per trasferirsi poi a Caltanissetta a
frequentare il Regio Istituto Tecnico. Nel 1910 conseguì con profitto il diploma
nella specializzazione fisico-matematica; continuò gli studi iscrivendosi
all’Università di Catania nella facoltà di Ingegneria; due anni dopo si trasferì
a Torino per entrare nella Regia Accademia Militare, uscendone nel 1914 col
grado di Sottotenente di Complemento e aggregato al 76° Reggimento di Fanteria a
Messina. Ufficiale colto e di carattere socievole, si conquistò la stima dei
superiori, dei colleghi e dei soldati.
Il 24 maggio 1915,
il suo Reggimento ebbe l’ordine di partire verso la Slovenia, sul Car-so, per la
difesa della Patria. Alle prime prove di fuoco il Guccione scrisse in una
lettera alla madre: “…Fate coraggio,
speranza e fede. Andate superba e orgogliosa di avere un figlio ufficiale che
combatte per la grandezza e la gloria della Patria.”; ed ancora in un’altra:
“…State quindi allegri: il vostro Giovanni, per ora, nulla soffre; egli
è allegro, giulivo, e la sera insieme ai suoi compagni, tra una fucilata e
l’altra, passa delle ore felici, cantando delle canzoni e degli inni.”
Il 21 ottobre,
nelle cave di Selz, combatté tutta la giornata con la forza dei suoi vent’anni,
ma al volgere della sera con l’impeto del coraggio uscì dalla trincea e, seguito
dai fanti del suo plotone, si scagliò impetuoso con la pistola in pugno verso le
linee avversarie, incurante del fuoco violento delle mitragliatrici. Entrò nel
reticolato nemico svellendone i pali e quando, con lo sprezzo della vita, stava
per raggiungere l’avamposto nemico, una pallottola arrestò per sempre il battito
frenetico del suo cuore; il corpo dell’eroe dissanguato e con il viso rivolto al
cielo, rimase lì in mezzo al reticolato per diversi giorni fino a quando fu
pietosamente recuperato e trasportato al cimitero di Ronchi dei Legionari per la
sepoltura. Tempo dopo la salma del Guccione fu traslata nel Sacrario Militare di
Redipuglia.
Per l’eroismo di
Giovanni Guccione, Re Vittorio Emanuele III, con Decreto Luogotenen-ziale del 4
febbraio 1916 volle, di “motu” proprio, conferire alla sua memoria la più alta
onorificenza al valor militare: la Medaglia d’Oro con la seguente motivazione: “Con eroico impeto e foga trascinatrice, alla testa del suo plotone
raggiunse un reticolato nemico, vi si internò, svellendone egli stesso i paletti
e trovandosi nella obbligata sosta che lo espose a violentissime raffiche di
fuoco incontrò onorata e gloriosa morte, presso Selz il 21 Ottobre 1915.
Decorato di medaglia d’oro.” Nel febbraio del 1929, inoltre, gli fu concesso
alla memoria il brevetto con la medaglia commemorativa Interalleata della
Vittoria.
Il 21 ottobre del
1923 nella Chiesa Madre fu celebrata una solenne Messa di suffragio per la
medaglia d’Oro Giovanni Guccione; sul sagrato della chiesa, dopo la cerimonia,
il prof. Salvatore Gennuso fece un discorso commemorativo dell’eroe di cui
rimane ancora il testo grazie al compianto dott. Francesco Savà che lo
trascrisse in una sua pubblicazione dal titolo “Medaglie
d’Oro della provincia nissena”.
Il Comune di Gela
nel 1937 fece edificare nelle immediate vicinanze del municipio un monumento
alla memoria di Guccione; inoltre, allo stesso eroe fu dedicata la caserma del
Comando del Distretto Militare di Caltanissetta.
Al tempo della
guerra italo-etiopica e delle sanzioni economiche decise dalla Società delle
Nazioni, “Oro alla Patria” fu una
manifestazione a carattere nazionale, organizzata dal regime fascista il 18
dicembre 1935. In quell’occasione, gli italiani furono chiamati a donare oro
alla Patria; in tutto il Paese si raccolsero 33.622 chili d'oro e 93.473
d'argento; la madre dell’eroe Guccione, così come tante altre madri italiane,
non si sottrasse al dove-re e donò generosamente alla Patria, oltre la fede
nuziale, anche la medaglia d’oro ricevuta alla memoria per il valor militare del
figlio.
Il Comune di Gela
nel 1937, retto dal podestà Vincenzo Gueli, fece edificare nelle immediate
vicinanze del municipio (sul marciapiede di via Giacomo Navarra Bresmes, di
fronte l’attuale via Pisa) un monumento alla memoria di Guccione e di un altro
eroe, Luigi Casciana, per perpetuarne il ricordo ai posteri, ma nel 1953, in
base ad un’ordinanza prefettizia di “defascistizzazione”,
fu smontato e relegato in un magazzino dello stesso marmista che l’aveva
realizzato, dove col tempo se ne persero definitivamente le tracce, nonostante
che era stato deciso di ricollocarlo al proprio posto.
Sulla stele del
monumento si leggeva la seguente epigrafe:
CONTRO IL NEMICO
ESTERNO
GIOVANNI GUCCIONE
MEDAGLIA D’ORO
CONTRO I NEGATORI
DELLA PATRIA
LUIGI CASCIANA
MARTIRE FASCISTA
COMBATTENDO
FECONDARONO
COL LORO SANGUE
IL NUOVO IMPERO DI
ROMA
CHE
MUSSOLINI HA FONDATO
AI DUE FIGLI EROICI
GELA
NELL’ANNO XV DELL’ERA
FASCISTA
DELL’IMPERO
CONSACRA
NON FRUSTRA
La concessione di onorificenze al valor militare ai
combattenti terranovesi della Grande guerra, oltre alla medaglia d’oro Guccione,
furono: 28 medaglie d’argento e 25 di bronzo.
Una considerazione finale. Dispiace il fatto che questa
amministrazione non abbia tenuto conto, con la dovuta importanza, di commemorare
il centenario dell’entrata nella Grande Guerra dell’Italia e in particolare il
sacrificio di ben 602 caduti nostrani che ha fatto di Gela una delle maggiori
città siciliane che hanno contribuito all’Unità Nazionale.
Nuccio mulè
MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE GIOVANNI GUCCIONE
STEMMA DEL 76° REGGIMENTO FANTERIA NAPOLI
Giovanni Guccione
Medaglie d'Oro Guccione (da Terranova di Sicilia) e Geraci (da Messina)
Monumento a Geraci Vincenzo e Guccione Giovanni
quota 66 Sopra Selz,nel Comune di Ronchi dei Legionari,
sul Carso Goriziano-4 NOV 1964
Gela, contrada dell'Oliva - Cimitero Americano
Posa dei familiari di Giovanno Guccione della Lampada della Fraternità
Gela - Cerimonia in onore della medaglia d'Oro Giovanni Guccione
in presenza della madre, Giuseppa Perricone,
della sorella e di altri parenti.
Distretto Militare di Caltanissetta
Caserma Medaglia d'Oro Sottotenente Giovanni Guccione