Nave greca di Gela

 

 

 Da martedì a venerdì, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 21.00,

mercoledì ingresso gratuito, sabato e domenica l'orario di chiusura si allunga fino alle 24.00.

 

 

Ovviamente si è stati felici della presenza del Governatore della Regione Siciliana a inaugurare la mostra,

però, lo stesso toccando letteralmente con mano il reperto del dritto di poppa del relitto,

azione sbagliatissima,

 ha creato un brutto precedente.

 

Precisazione: la notizia del ritrovamento del relitto della nave greca di Gela fu data all’Archeoclub locale da un anonimo quasi sei mesi dopo la scoperta. Lo scrivente, allora presidente dell'associazione, fatti i dovuti accertamenti, si rese conto della veridicità e vista l’importanza della scoperta contattò il giornalista Antonio Asaro de “La Sicilia” per far divulgare la notizia. Il comunicato stampa da fornire fu steso e concordato dal dirigente Panvini con Nuccio Mulè nei locali del Museo. L’articolo, di cui si riporta copia, comparve in prima pagina su “La Sicilia” il 25 aprile 1989 a firma di Antonio Asaro.

GELA - Un'importantissima scoperta di archeologia subacquea, di cui ancora non si conoscono i precisi contorni è avvenuta alcuni mesi fa, a non molta distanza dalla costa, ad opera di un sub che casualmente si era calato nei fondali antistanti la zona est del Golfo di Gela. La notizia è trapelata solo adesso per ovvi motivi di riservatezza che ne avevano sconsigliato la divulgazione da parte della Sovrintendenza di Agrigento, ma è stata comunque confermata ieri ufficialmente. Il ritrovamento si riferisce ad una nave greca del quinto-sesto secolo avanti Cristo af-fondata presumibilmente mentre navigava sottocosta ed era di passaggio dalla colonia greca di Gela. Si tratta specificamente di una triremi mercantile e cioè di un'imbarcazione con propulsione a vela a 2 alberi che trasportava con molta probabilità anfore di olio e vino ma anche altro materiale di indubbio valore storico, parte del quale è stato recuperato dal-lo stesso sub autore della scoperta e poi consegnato al personale della sovrintendenza. I reperti, tra cui pare alcuni bronzei, sono adesso custoditi presso il locale museo archeologico. Secondo le prime indiscrezioni sino adesso trapelate la trireme è lunga circa 18 metri e larga sette-otto. Sarebbe in buono stato di conservazione, grazie ad un insabbia-mento (procurato dalla zavorra di parecchie tonnellate detenute al momento dell'affonda-mento) che l'ha salvata da anni di «logoramento» delle correnti marine. Tra le parti rimaste pressoché intatte alcune di queste sono già state recuperate e sono ora al vaglio degli esperti archeologia. Tra i reperti che pare siano rimasti inalterati anche tutta l'ossatura trasversale dello scafo e l'albero centrale. Se tutto questo verrà confermato la scoperta della nave greca è da considerare di grande rilievo, non inferiore al ritrovamento della nave punica di Marsala che venne recuperata nel 1960 nei fondali antistanti il capo Lilibeo e che è l'unico reperto di nave cartaginese sin'ora in circolazione. Ma la triremi greca di Gela è senz'altro di data antecedente a quella di Marsala. Intanto il direttore della sezione archeologica della Sovrintendenza di Agrigento, dotto-ressa Grazia Fiorentni (che coordina anche le province di Caltanissetta ed Énna) e il dirigente tecnico di archeologia, dottoressa Rosalba Panvini, hanno proposto all'assessorato regionale ai Beni culturali il finanziamento di due interventi d'urgenza finalizzati al recupero e allo studio dei resti del relitto. Gli stessi dirigenti si sono messi in contatto con la cooperativa torinese «Acquarius», specializzata in ricerche subacquee, per un primo accertamento dell'entità e della «consistenza archeologica» della scoperta. Un mese fa inoltre la stessa cooperativa piemontese, sotto la dirigenza della dottoressa Freschi, ha inviato alcuni sub a Gela con equipaggiamento speciale per rilevare e fotografare il reperto archeologico sommerso. «Il recupero di questo relitto — ha detto il cultore di storia patria Nuccio Mulè che ha seguito da vicino la scoperta – miracolosamente conservato nel tormentato fondale gelese, può costituire una priorità assoluta non solo per l’archeologia gelese. E' una scoperta che, se verrà confermata nella sua eccezionaiità, servirà anche alla valorizzazione turistica».

    Quindi, la prima notizia in assoluto del ritrovamento del relitto della nave greca di Gela

compare in prima pagina sul quotidiano "La Sicilia", martedì 25 arile 1989 con un articolo

a firma di Antonio Asaro. Il comunicato del ritrovamento, in un primo momento tenuto

volutamente nascosto dalla Soprintendenza di Agrigento, fu imposto (pena divulgazione

autonoma della notizia) dal Prof.  Nuccio Mulè che dopo averlo concordato con Rosalba Panvini,

l'ha trasferito al giornalista per la pubblicazione.

Il comunicato fu poi inviato dallo stesso Mulè al CORRIERE DELLA SERA,

ad ARCHEOMEDIA e al Prof. Sabatino Moscati del settimanale L'ESPRESSO.

 

 

 

Rassegna stampa 19-20 maggio 1990 a cura di Nuccio Mulè












   Anche il Museo dei Viaggiatori in Sicilia di Palazzolo Acreide partecipa al prestigioso evento, dando in prestito alcuni volumi della propria collezione museale, fra i quali i preziosi Voyages di Houel e di De Saint-Non, con incisioni e testi relativi a luoghi e siti di Ulisse in Sicilia, visti attraverso lo sguardo di viaggiatori ed eruditi dei secc. XVIII e XIX.      


 



Il cratere si trovava esposto al Museo di Gela nella vetrina n. 34, nell'ala sud. Qui di seguito si riporta quanto serve a dimostrare l'indebito trasferimento:


P. Griffo - Gela il Museo Archeologico - 1961


P. Orlanfini D. Adamesteanu - Guida di Gela - 1958








Questo rarissimo cratere laconico del VI sec. a.C.
è stato restituito al Museo di Gela grazie a:
Giuseppe Brugioni, Nuccio Mulè e al vicepresidente
della Regione Siciliana  Gaetano Armao.






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ANDIAMO INDIETRO NEL TEMPO

 

RECUPERO GRATUITO DEL RELITTO DELLA NAVE GRECA DI GELA

AD OPERA DELLA EURECO DI GIUSEPPE COSENTINO

E DALLA EUROTEC DI ANGELO TUCCIO

E così anche la seconda e ultima parte del relitto della nave greca di Gela è stata fatta riemergere grazie all’intervento totalmente gratuito della EURECO s.r.l. di Giuseppe Cosentino che ha messo ha disposizione della Soprintendenza professionalità e mezzi adeguati per questo tipo di intervento delicato. Gratuitamente ha partecipato anche la Eurotec Gela di Angelo Tuccio con la realizzazione di un sistema per l’imbracaggio sicuro del relitto. Non si nasconde l’emozione e la commozione provate durante le fasi del recupero, a cui hanno assistito numerose persone, autorità civili e militari, in particolare quando tutte le imbarcazioni hanno azionato le sirene accompagnando l’emersione del relitto dal mare. Come Archeoclub d’Italia la soddisfazione è enorme perché è stata proprio questa associazione a concorrere alla divulgazione tramite i mass-media delle varie fasi di recupero e delle caratteristiche costruttive della nave greca di Gela con articoli e saggi, compresa la notizia del suo ritrovamento nel lontano 1988. Adesso questa seconda parte del relitto seguirà l’iter della prima e cioè desalinizzazione graduale in apposite vasche a Bosco Littorio e poi, trasportato in Inghilterra, consolidamento in bagni di PEG. Così fra qualche lustro il relitto sarà pronto per essere musealizzato e pertanto fin da ora la sede di Gela dell’Archeoclub d’Italia si rivolge alle istituzioni affinché accelerino i finanziamenti per la costruzione del museo della nave a Bosco Littorio. Troppo tempo è passato dalla scoperta del relitto, ci si augura di non superare i 25 anni per la sua musealizzazione.

 

LA NAVE GRECA DI GELA - Filmato su youtube: https://www.youtube.com/watch?v=bum-zq7XeBg

Alle ore 11,40 di lunedì 28 luglio 2008 nel mare di Gela, ad 1 km ad est del pontile del petrolchimico, a circa 800 metri dalla costa  di Contrada Bulala e da un fondale di circa 5 metri, è emersa la rimanente parte del relitto della Nave Greca di Gela. Il recupero è frutto della collaborazione tra la Soprintendenza BB.CC.AA. di Caltanissetta, l'Eni con le sue aziende "Raffineria di Gela" e "Saipem", la Guardia Costiera e l'impresa "Eureco s.r.l." di Giuseppe Cosentino che in modo completamente gratuito ha messo ha disposizione professionalità e mezzi adeguati per questo tipo di intervento delicato di recupero, in particolare è stato utilizzato un moto/pontone polivalente, il "Vincenzo Cosentino", dotato di una gru da 200 tonnellate e camera iperbarica, .Gratuitamente ha partecipato anche la Eurotec Gela di Angelo Tuccio con la realizzazione di un sistema per l’imbracatura sicura del relitto.

Verso la fine del VI secolo a.C., una nave commerciale greca carica di mercanzie, proveniente da Siracusa, era in procinto di arrivare sulla costa di Gela, passaggio obbligato per tutto il commercio navale del Mar Mediterraneo, quando un fortunale la colse a poca distanza dall’Emporio. Possiamo immaginarla l’imbarcazione, sballottata tra i flutti minacciosi e la corrente impetuosa del mare, trovarsi in grave difficoltà. L’equipaggio ammaina la vela per diminuire la resistenza al vento ma nonostante ciò la nave, già ingovernabile, comincia ad imbarcare acqua. Viene gettato in mare il carico più pesante per alleggerire l’imbarcazione e mentre si procede in modo concitato a questa operazione, l’ultima per salvare la vita dei marinai, ad un tratto uno schianto fa reclinare la barca su un lato: la zavorra ha prodotto un grosso squarcio nella fiancata. La nave affonda velocemente e sparisce tra i flutti spumeggianti. Ma il naufragio non segnò la fine della nave greca di Gela. Il ritrovamento del relitto avviene dopo 26 secoli, alla fine del 1988 ad opera di due sub, Gino Morteo di Gela e Giovanni Occhipinti di Ragusa. Nel corso degli anni sono state realizzate ben 15 campagne di scavo subacqueo che hanno portato alla luce una notevole quantità di reperti archeologici (anfore vinarie, ceramica attica, modesti strumenti della vita quotidiana come pentole da cucina e resti di stuoie e ceste di vimini, oggetti di culto come piccoli altari di terracotta,ecc.) che oggi sono esposti in parte nel museo archeologico regionale di Gela. Il legno, immerso per secoli nel mare, perde molte delle sue caratteristiche di elasticità e di resistenza diventando fragile nella sua struttura, pertanto, questa parte di poppa e di chiglia del relitto, così come la prima già recuperata, sarà immersa in vasche con acqua a salinità decrescente e dopo verrà inviata in Inghilterra (destinazione Portsmounth nella regione dell'Ampshire)  per essere consolidata in  bagno di PEG (glicol polietilenico) a pesi molecolari crescenti ( PEG p. mol. 1200 al 15% in acqua decalcificata a 32° C per 250 giorni e poi a p. mol. 4000 in quantità crescenti a 2° C al giorno fino ad arrivare a 60° C). Le condizioni di mantenimento del legno così consolidato quando sarà dovranno rispettare diversi parametri quali l'umidità al 55% e la temperatura di 20-25° C. Non si nasconde l’emozione e la commozione provate durante le fasi del recupero, a cui hanno assistito numerose persone, autorità civili e militari, in particolare quando tutte le imbarcazioni hanno azionato le sirene accompagnando l’emersione del relitto dal mare. Come Archeoclub d’Italia la soddisfazione è enorme perché è stata proprio questa associazione a concorrere alla divulgazione tramite i mass-media delle varie fasi di recupero e delle caratteristiche costruttive della nave greca di Gela con articoli e saggi pubblicati anche su diversi siti web, compresa la notizia del suo ritrovamento nel lontano 1988. Si spera che il relitto sarà pronto fra un lustro per essere musealizzato e pertanto fin da ora la sede di Gela dell’Archeoclub d’Italia si rivolge alle istituzioni affinché accelerino i finanziamenti per la costruzione del museo della nave a Bosco Littorio, così da accogliere degnamente questo unicum dell'archeologia subacquea. Troppo tempo è passato dalla scoperta del relitto, ci si augura di non superare i 25 anni per la sua musealizzazione. "Le esperienze di questi ultimi anni (Marsala, Riace, Punta Epitaffio) e le migliaia di visitatori dimostrano l'enorme richiamo turistico che sono in grado di esercitare i reperti subacquei. Non incentivarne la ricerca, lo studio e la protezione rappresenta non solo una grave offesa alla cultura mondiale, ma priva la Sicilia di quella opportunità di sviluppo socio-economico di cui invece ha tanto bisogno" (Marcello Guarnaccia, Segr. Reg.le Lega Europea per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Sommerso, dal quotidiano  "La Sicilia" del 27 aprile 1989). "Un ritrovamento di grande interesse. Che sta a dimostrare come il mare nostrum sia ancora ricco di tesori nascosti , giacimenti inesauribili che, purtroppo, vengono selvaggiamente saccheggiati da tombaroli subacquei in azione specie nella stagione estiva... ...In un momento di entusiasmi per scoperte anche di non grande rilievo,quella di Gela va senz'altro classificata fra quelle di eccezionale interesse." (Mauro Cristofani, dal "Corriere della Sera" del 27 luglio 1989). "E' davvero una scoperta archeologica, quella avvenuta qualche mese fa nel mare di Gela e di cui possiamo ora tracciare un primo bilancio..." (Sabatino Moscati, da "L'ESpresso" del 12 novembre 1989).

Tecniche costruttive della nave greca di Gela

Durante le varie fasi dello scavo subacqueo è stata ritrovata una consistente quantità di fasciame che si trova ancora in buone condizione assieme alle altre parti grazie alla natura del fondale che, in quella zona, risulta melmoso per la vicinanza alla foci dei fiumi Dirillo e Gela. Infatti, è stato proprio il sedimento fluviale a preservare per 26 secoli il relitto delle nave dall'azione distruttrice della flora e dalla  fauna del mare, in particolare dalla teredine, un mollusco marino che scava delle minuscole gallerie nel legno distruggendolo.

Era una nave da trasporto a propulsione mista (remi e vela), costruita con la tecnica a guscio ovvero col fasciame inserito sulla chiglia e con l’ossatura di rinforzo inserita nello scafo. Ma la caratteristica più importante di questo antico reperto, finora unico esempio al mondo di relitto di nave greca del VI secolo a.C., sta proprio nel rapporto di contiguità tra le tavole del fasciame; infatti, esse, oltre ad essere collegate col già conosciuto antico sistema del tenone con la mortasa (rispettivamente una sporgenza ed un incavo), presentano anche un sistema di cucitura realizzato con corde vegetali. Evidentemente, il sistema a fasciame cucito, che si conosce soprattutto dal Medioevo e in particolare dalle navi vichinghe, è molto più antico, anzi anteriore a quello a noi noto. Questo dato, in aggiunta agli altri, farà sì che la nave, domani, possa fornire una chiave di lettura dei primi passi della civiltà nel mare nostrum, una fonte comunque originale di notizie relative ad epoche che vanno oltre gli anni documentati dalla storia. Altra caratteristica del relitto è la presenza nel  di una scassa per l'albero maestro lunga 6 metri e larga 50 cm.

 

 

Se si pensa che fino ad oggi in tutto il mondo è stato recuperato un solo consistente relitto di nave greca lungo 12 metri, quello di Kyrinia del IV secolo a.C. (recupero realizzato nel 1971 al largo dell'isola di Cipro e diretto dal prof. Michael Katzev dell'Università di Pennsylvania), il nostro, a confronto, assume senza dubbio un'importanza maggior non soÌo per la datazione, che come già riferito e più antica di due secoli, ma anche per la lunghezza stessa, che già si attesta intorno ai 18 metri (larghezza circa 7 metri), e per alcuni particolari costruttivi navali di cui fino ad ora si sapeva poco. Pertanto, la scoperta di tale relitto va senz'altro classificata fra quelle di eccezionale interesse, per cui la sua musealizzazione non è più un problema della nostra città o della Sovrintendenza ma di tutta la Nazione.

I lavori di scavo subacqueo e di recupero per conto della Regione Siciliana Assessorato BB.CC.AA. e P.I. sono stati condotti primariamente dalla Cooperativa "Aquarius" di Milano con l'imbarcazione "Enea" e oggi dall'azienda ES srl Progetti e Sistemi di Roma con un finanziamento erogato dal FSE con il POR Sicilia 2000/04, Asse II. Misura 2.01, Azione 8.

La musealizzazione della nave greca di Gela assumerà negli anni a venire per la nostra città un significato importantissimo, in particolare a livello economico ed occupazionale, in quanto al di là dell'inerzia dei nostri governanti locali sicuramente farà da volano per far ripartire il turismo con tutto quello che di positivo gli sta dietro. Gela diventerà di nuovo meta degli itinerari turistici isolani anche per le sue aree archeologiche e per i preziosi reperti del suo museo: Gela, baricentro turistico tra Agrigento, Piazza Armerina e Siracusa. Nuccio Mulè

ANTICHE NAVI A CONFRONTO

DENOMINAZIONE TIPOLOGIA PERIODO SCOPERTA DIMENSIONI
Barca di Cheope egizia funeraria III millennio a.C. 1954 m. 43 X 6
Nave di Calidonia fenicia da trasporto XIII sec.a.C. 1980  
Nave di Gela greca da trasporto VI sec. a.C. 1988 m. 18 X 7
Nave di Kyrenia greca da trasporto IV sec. a.C. 1970 m. 12
Nave di Marsala punica da guerra III sec. a.C. 1969  
Nave di Giglio romana da trasporto III sec. 1961 m. 15 X 5
Nave di Marsiglia romana da trasporto   1974 m. 19 X 8
Nave di Bon-Portè etrusca da trasporto VI sec.a.C.    
Nave di Oseberg (Oslo) vichinga funeraria IX sec. 1904 m. 22

 

Precisazione: la notizia del ritrovamento del relitto della nave greca di Gela fu data all’Archeoclub locale da un anonimo quasi sei mesi dopo la scoperta. Lo scrivente, fatti i dovuti accertamenti, si rese conto della veridicità e vista l’importanza della scoperta contattò il giornalista Antonio Asaro de “La Sicilia” per far divulgare la notizia. Il comunicato stampa da fornire fu steso e concordato dal dirigente Panvini con Nuccio Mulè nei locali del Museo. L’articolo, di cui si riporta copia, comparve in prima pagina su “La Sicilia” il 25 aprile 1989 a firma di Antonio Asaro.

GELA — Un'importantissima scoperta di archeologia subacquea, di cui ancora non si conoscono i precisi contorni è avvenuta alcuni mesi fa, a non molta distanza dalla costa, ad opera di un sub che casualmente si era calato nei fondali antistanti la zona est del Golfo di Gela. La notizia è trapelata solo adesso per ovvi motivi di riservatezza che ne avevano sconsigliato la divulgazione da parte della Sovrintendenza di Agrigento, ma è stata comunque confermata ieri ufficialmente. Il ritrovamento si riferisce ad una nave greca del quinto-sesto secolo avanti Cristo af-fondata presumibilmente mentre navigava sottocosta ed era di passaggio dalla colonia greca di Gela. Si tratta specificamente di una triremi mercantile e cioè di un'imbarcazione con propulsione a vela a 2 alberi che trasportava con molta probabilità anfore di olio e vino ma anche altro materiale di indubbio valore storico, parte del quale è stato recuperato dal-lo stesso sub autore della scoperta e poi consegnato al personale della sovrintendenza. I reperti, tra cui pare alcuni bronzei, sono adesso custoditi presso il locale museo archeologico. Secondo le prime indiscrezioni sino adesso trapelate la triremi è lunga circa 18 metri e larga sette-otto. Sarebbe in buono stato di conservazione, grazie ad un insabbia-mento (procurato dalla zavorra di parecchie tonnellate detenute al momento dell'affonda-mento) che l'ha salvata da anni di «logoramento» delle correnti marine. Tra le parti rimaste pressoché intatte alcune di queste sono già state recuperate e sono ora al vaglio degli esperti archeologia. Tra i reperti che pare siano rimasti inalterati anche tutta l'ossatura trasversale dello scafo e l'albero centrale. Se tutto questo verrà confermato la scoperta della nave greca è da considerare di grande rilievo, non inferiore al ritrovamento della nave punica di Marsala che venne recuperata nel 1960 nei fondali antistanti il capo Lilibeo e che è l'unico reperto di nave cartaginese sin'ora in circolazione. Ma la triremi greca di Gela è senz'altro di data antecedente a quella di Marsala. Intanto il direttore della sezione archeologica della Sovrintendenza di Agrigento, dotto-ressa Grazia Fiorentni (che coordina anche le province di Caltanissetta ed Énna) e il dirigente tecnico di archeologia, dottoressa Rosalba Panvini, hanno proposto all'assessorato regionale ai Beni culturali il finanziamento di due interventi d'urgenza finalizzati al recupero e allo studio dei resti del relitto. Gli stessi dirigenti si sono messi in contatto con la cooperativa torinese «Acquarius», specializzata in ricerche subacquee, per un primo accertamento dell'entità e della «consistenza archeologica» della scoperta. Un mese fa inoltre la stessa cooperativa piemontese, sotto la dirigenza della dottoressa Freschi, ha inviato alcuni sub a Gela con equipaggiamento speciale per rilevare e fotografare il reperto archeologico sommerso. «Il recupero di questo relitto — ha detto il cultore di storia patria Nuccio Mulè che ha seguito da vicino la scoperta – miracolosamente conservato nel tormentato fondale gelese, può costituire una priorità assoluta non solo per l’archeologia gelese. E' una scoperta che, se verrà confermata nella sua eccezionaiità, servirà anche alla valorizzazione turistica».

 

Nuccio Mulè

Ferrigno il comandante del "Murena"

 

Sul ponte del "Murena" in attesa di partire

Durante il percorso verso la zona del relitto

Moto/pontone della EURECO di Cosentino

Avvicinamento al moto/pontone

Cabina di comando del "Vincenzo Cosentino"

Alberto Barbieri (a sinistra) della SAIPEM con G. Cosentino

Alberto Barbieri (a sinistra) della SAIPEM con Cosentino

Il bilancino della EUROTEC

L'imbarcazione ES srl Progetti e Sistemi di Roma

Preparativi per imbracare il relitto

Preparativi per imbracare il relitto

Preparativi per imbracare il relitto

Preparativi per imbracare il relitto

Preparativi per imbracare il relitto

Lunedì 28 luglio 2008, ore 11,40, emerge il relitto della Nave Greca di Gela

Imbarcazioni attorno al relitto

Trasferimento del relitto dal mare al moto/pontone "Vincenzo Cosentino"

Trasferimento del relitto dal mare al moto/pontone "Vincenzo Cosentino"

Trasferimento del relitto dal mare al moto/pontone "Vincenzo Cosentino"

Operazioni di trasferimento del relitto sul pontone

Operazioni di trasferimento del relitto sul pontone

Operazioni di trasferimento del relitto sul pontone

Posa del relitto sul pontone

Disancoraggio del relitto dal bilancino

Il relitto ingabbiato da tubi Innoccenti

Particolare del relitto

Concetto Migliore (EUROTEC)

Walter Cosentino (EURECO)

Sistemazione della copertura del relitto

Da sinistra, Alberto barbieri della SAIPEM, Giuseppe Cosentino e il figlio Walter della EURECO

Imbarcazioni che attraccano al pontone

Il relitto è  sottoposto ad getto continuo di acqua che ne evita lo sgretolamento

Veduta di assieme sulla superficie del pontone

Imbarcazioni attorno al pontone

Imbarcazioni di visitatori attraccano al pontone

Il comandante pilota del Porto di Gela Giovanni Canale con altri visitatori

Il gruista

Operatori televisivi mentre riprendono il relitto

Il gruista e Renzo Caponetto

Il relitto coperto e continuamente sottoposto al getti di acqua

Il propietario dell'impresa EURECO Giuseppe Cosentino e dietro il figlio Walter

la gru di 200 tonnellate del pontone

Imbarcazioni di visitatori

la motovedetta della Guardia Costiera cin autorità civili e militari

Autorità militari sulla motovedetta

Operatori televisivi mentre riprendono il relitto

Operatori televisivi mentre riprendono il relitto

Il relitto sul pontone

Veduta per lungo del relitto

Particolae della ruota di poppa

Particolare della chiglia

Particolare dell'interno del fondo

Autorità in attesa di trasferirsi sul pontone

Particolare del relitto

Imbarcazioni di visitatori

Il Presidente della Provincia Regionale di Caltanissetta Dott. Pino Federico

Autorità e visitatori sul pontone

Autorità e visitatori sul pontone

Autorità e visitatori sul pontone

Il relitto visto dall'alto

Autorità e visitatori sul pontone

Il sub Gino Morteo scopritore del relitto della Nave Greca di Gela nel 1988

Foto di gruppo della ES srl

Il relitto coperto

Particolare del relitto

Particolare del relitto

Il relitto mentre viene sottoposto al getto di acqua

Particolare del relitto

Particolare del relitto

Particolare del relitto

Particolare del relitto

Particolare del relitto

Particolare del relitto

Particolare del relitto

Particolare del relitto

Particolare del relitto

A destra Giuseppe Cosentino Junior

Veduta di Gela

Porto rifugio

Porto rifugio

Attracco del pontone "Vincenzo Cosentino" alla banchina del porto rifugio

Inizia l'operazione di trasferimento del relitto su un articolato

 

Operazione di sollevamento del relitto

Trasferimento del relitto completato

Sganciamento del bilancino dal relitto

 

L'articolato con il relitto in partenza per Bosco Littorio

 

Autorità della Marina Militare con rappresentanti dell'Archeoclub d'Italia e di Mare Nostrum

il relitto prima del recupero

il relitto prima del recupero

il relitto prima del recupero

il relitto prima del recupero

il relitto prima del recupero

 

legni del relitto a Bosco Littorio

legni del relitto

legni del relitto

legni del relitto

legni del relitto

legni del relitto

 

 

RITORNO A GELA DELLA NAVE GRECA

8 gennaio 2010

Alla cortese attenzione del Dirigente della

Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Caltanissetta

e p.c.

all’Assessore Regionale ai BB.CC. e P.I

al Commissario Straordinario del Comune di Gela

al Presidente della Provincia Regionale

ai mass-media

    Dalla lettura dell’articolo di domenica 3 gennaio u.s. a pag. 7 de La Sicilia (di cui si allega copia), si apprende con vivo rammarico la notizia del rientro delle casse con i "legni", che compongono il relitto della nave greca, non a Gela ma a Caltanissetta.

    Pensiamo che ci siano state delle buone ragioni per questa scelta della Soprintendenza. Comunque sia, è incontrovertibile che i reperti della nave devono rientrare a Gela, per questo gli scriventi chiedono alla S.V. quali dovrebbero essere le misure da prendere per conservare a Gela tali reperti in luogo sicuro nell'attesa che si realizzi il nuovo museo delle Navigazione Antica. Si chiede, inoltre,  di sapere a che cosa in particolare si riferisce la “perizia”, di cui si scrive nel suddetto articolo.

    Per quanto riguarda la sicurezza  dei reperti, qualora il riferimento fosse per i locali di Bosco Littorio, gli scriventi hanno avuto assicurazione da parte di alcuni imprenditori gelesi di essere in grado di allestire in breve tempo, gratuitamente, un adeguato sistema di allarme, collegato con le Forze dell’Ordine,  e una videosorveglianza con telecamere e videoregistratore 24 ore su 24 con possibilità di collegamento in tempo reale tramite internet da qualsiasi posto.

    Si resta in attesa delle delucidazioni richieste.

 Arch. Francesco Salinitro

Associazione  Senso Civico

Prof. Nuccio Mulè

Archeoclub d’Italia – sede di Gela

Avv. Paolo Capici

Associazione H Diversamente Abili

Dott. Filetti Giuseppe

Comitato Centro Storico di Gela

Dott. Orazio Genovese

Kiwanis di Gela

Rocco Pardo

Concommercio di Gela

Nave restaurata torna dopo 5 anni ma il museo non è ancora iniziato

(La Sicilia – domenica 3 gennaio 2010)

 Gela. Ci vuole meno tempo in Gran Bretagna a restaurare con tecniche complicatissime i legni di una nave del VI secolo a.C. che in Sicilia a realizzare un edificio prefabbricato in area archeologica per ospitare il prezioso relitto. E' la storia della nave greco arcaica scoperta a Gela nel 1988. Nel novembre del 2004 alcuni dei legni della nave greca sono stati recuperati dal mare e spediti dalla Soprintendenza di Caltanissetta presso il laboratorio Mary Rose Archeological Services di Portsmouth in Gran Bretagna, un'istituzione internazionale presieduta dal principe Carlo d'Inghilterra. Per restaurare i legni di servono cinque anni di tempo perché vanno immersi in enormi vasche, in un liquido denominato Peg (polietilenglicole): la metodologia applicata consiste nella graduale sostituzione dell'acqua contenuta all'interno della struttura microscopica del legno, con le molecole del polimero. A questo punto può essere esposto in ambienti con adeguata temperatura. Nel 2004 si disse che quei 5 anni sarebbero serviti a creare il museo della navigazione a Bosco Littorio, l'area archeologica che sorge di fronte al luogo in cui il relitto si arenò. I fondi - 5 miliardi di lire - c'erano. Li aveva destinati nel 2000 - traendoli dagli introiti del lotto - un assessore regionale gelese in carica Salvatore Morinello. Ma in tempi della burocrazia nei vanti enti di Sicilia sono lenti. I primi legni delle navi sono ritornati restaurati in Sicilia, chiusi ermeticamente in casse lignee che non si possono aprire perchè non esiste ancora il museo per esporli insieme al carico della nave. Il popolo di Facebook diffusasi la voce del ritorno di parte della nave (le casse giunte dall'Inghilterra si trovano a Caltanissetta) ha protestato ed aperto un gruppo. Gela reclama la sua nave unica al mondo ed il suo museo. L'iter del museo è stato costellato da lentezze per le varie autorizzazioni e l' anno scorso solo l'intervento in extremis di deputati locali ha scongiurato la beffa: le somme stavano per essere stornate altrove dal governo regionale. Per il solo incarico della valutazione di impatto ambientale del museo ci sono voluti 4 mesi. E ora? Pare che sia tutto pronto. O quasi. «Aspetto che mi si autorizzi una perizia - dice il soprintendente di Caltanissetta Rosalba Panvini - noi siamo pronti a farlo questo museo. Ho chiesto anche fondi per la vigilanza. Se me li danno sposto le cassette con i legni a Gela. Altro non posso fare».

Maria Concetta Goldini

PRIME CONSIDERAZIONI

Cari amici consentitemi di dire la mia sulla nave greca di Gela. La scoperta risale al 1988 e da allora ad oggi sono passati ben 22 anni. Ed è proprio questa prima considerazione che ci chiarisce molto sull'intervento della Soprintednenza di Caltanissetta che è stato tardivo di ben 12 anni in più rispetto alla media dei recuperi che è di 10 anni. Non solo ma è stata anche assai tardiva per il progetto del museo della nave in quanto già ci doveva pensare all'atto del primo recupero (ottobre 2003) di parte della nave: finanziamento e politici permettendo, il museo nonostante ciò per anni resterà sulla carta e quindi i legni rientrati dall'Inghilterra resteranno a Caltanissetta così come è accaduto per i reperti del museo gelese trasferiti lì a iosa. La cosa peggiore che si collega a tutto ciò è che è mancata da parte della Soprintendenza di Caltanissetta (si esclude il periodo diretto da Lo Iacono) la politica del turismo archeologico che non sa nemmeno dove sta di casa (mettiamoci pure i politici locali) e i dati dell'Osservatorio turistico regionale ne danno una triste conferma: la provincia di Caltanissetta è all'ultimo posto delle nove province siciliane.

 (http://www.regione.sicilia.it/TURISMO/Web_turismo/dipartimento/risorse/studi_ricerche.asp

 

Non ci facciamo illusioni, ci vuole un intervervento risoluto da parte di tutti quelli a cui stanno a cuore i beni culturali di Gela confortato dalla presa di posizione dei NOSTRI politici. Una cosa importante da fare intanto è quella di far ruotare le dirigenze delle soprintendenze e far spezzare il legame con i politici che spesso sono causa della permanenza nell’istituzione di persone che fanno prevalere gli interessi propri e della parte politica che li sostiene a discapito di una città e a conforto di qualche altra. Comunque sia, cerchiamo un po' di capire come bisogna muoversi. L'arch. Salinitro e lo scrivente, come Archeoclub, faranno pervenire quanto prima una serie di domande agli interessati per vedere il tipo di risposte, dopo di ciò si vedrà che comportamenti assumere e quali iniziative dovranno intraprendersi. Stiamo all'erta e pensiamo a tutte le soluzioni per far tornare i legni della nave al Museo di Gela o a Bosco Littorio dove, peraltro, sono sempre stati conservati. Per chiudere vorrei tranqillizzare quanti chiedono misure di protezione per i reperti della nave a Gela: nel museo non ci sono problemi mentre per Bosco Littorio c'è già una impresa che installerebbe un ottimo sistema di allarme. E se il Comune o la Provincia pensassero a far intervenire dei custodi a Bosco Littorio non ci sarebberi più alibi per nessuno per far rientrare il relitto a Gela.

 

MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI GELA

sabato 8 novembre 2014

 

CONFERENZA STAMPA

DELLA SOPRINTENDENZA DEL MARE

CON I DOTT. SEBASTIANO TUSA E STEFANO ZANGARA

 

Importante ritrovamento nelle acque di Gela  

La Soprintendenza del Mare, grazie alla segnalazione ed all’intervento del subacqueo gelese Franco Cassarino (sez. Archeologia subacquea di Marenostrum – Archeoclub d’Italia), con il coordinamento di Stefano Zangara della suddetta soprintendenza, ha recuperato importanti reperti archeologici subacquei nelle acque antistanti la contrada Bulala, già nota nelle cronache archeologiche per una ricca serie di rinvenimenti subacquei. Le operazioni svolte come sempre con il patrocinio del Comune di Gela e del Museo Archeologico regionale di Gela sono state rese possibili grazie alla valida e indispensabile collaborazione della Capitaneria di Porto e dei subacquei volontari locali.

Durante la conferenza stampa di presentazione delle ultime attività della Soprintendenza del Mare tenuta oggi, sabato 8 novembre 2014, alle ore 10,30 presso la sala conferenze del Museo Archeologico regionale di Gela, alla presenza del Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa, del Sindaco di Gela Angelo Fasulo e del Direttore del Museo Archeologico Emanuele Turco, sono stati esposti i reperti recentemente recuperati e si è parlato di archeologia subacquea. Filo conduttore dell’incontro la ricchezza delle testimonianze culturali e archeologiche che caratterizzano il variegato patrimonio culturale sommerso del mare gelese. In particolare, relativamente a queste ultime scoperte, sono stati recuperati un’anforetta, una brocca, una kylix a vernice nera d’importazione dall’Attica ed un vaso detto cothon d’importazione corinzia. I suddetti reperti giacevano a circa m 4 di profondità nei pressi di alcuni elementi lignei parzialmente emergenti dalla sabbia e pertinenti certamente il relitto cui appartengono i reperti.Il rinvenimento è indubbiamente di grande interesse scientifico poiché, valutando il contesto ed i materiali, si può ipotizzare la presenza di un relitto che al  momento dovrebbe essere il più antico identificato nel mare di Gela.  Sulla base dei materiali recuperati si tratterebbe di un relitto databile alla prima metà del VI secolo a.C.”

Stefano Zangara _ Soprintendenza del Mare

U. O. IV - Ricerca subacquea provincie di Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Trapani

szangara@regione.sicilia.it - sopmare.uo4@regione.sicilia.it

 

I  REPERTI

 

  

 

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