Medaglia d'Oro
RELAZIONE DEL M.LLO
DOMENICO RESCINITI
LA SEZIONE DI GELA
DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI
INAUGURA LA SEDE
RICORDANDO IL MILITE SEBASTIANO D’IMME’
MEDAGLIA D’ORO AL VALOR
MILITARE ALLA MEMORIA
L’odierno incontro costituisce per noi e per voi, tutti
carabinieri, un’opportuna circostanza per rinnovare tale impegno. Lo rinnovate
voi, militari dell’Arma in servizio, e noi, ormai in congedo, stretti da vincoli
di amicizia e da comuni ideali mediante l’Associazione Nazionale Carabinieri.
Non è forse vero che un fremito di
commozione prende il nostro cuore, quando riandiamo col pensiero al giorno in
cui, agli inizi della nostra missione, chiamando Dio a testimone, giurammo
fedeltà allo Stato e alle sue Istituzioni? Quella fedeltà si è consolidata
attraverso rischi e pericoli, superati con coraggio e tenacia. Quante situazioni
ardue e momenti difficili hanno fatto di noi, giorno dopo giorno, uomini maturi,
provati e trovati fedeli! Lo testimonia la memoria di Sebastiano D’Immè,
decorato dell’Arma; lo testimoniano pure i suoi familiari, ai quali esprimo
cordiale e grata solidarietà.
Nel discorso a piazza S. Pietro di Papa Francesco, nel
giugno di due anni fa in occasione del bicentenario di fondazione dell’Arma dei
Carabinieri, mi ha colpito un passaggio che ho piacere di riportare e che
rappresenta per noi il suggello della nostra missione; ecco le parole del Santo
padre: “Siate fedeli alla Patria, al cui
servizio avete votato la vostra esistenza: la fedeltà all’Arma diverrà, così,
prezioso contributo per la salvaguardia della pace e della solidarietà in ogni
angolo della diletta nazione italiana. Dove vigile e discreta è la vostra
presenza”.
Noi conosciamo per personale esperienza quale importanza
rivesta, nell’adempimento dei nostri compiti, il senso del dovere e della
solidarietà verso tutti i cittadini. Abbiamo imparato ad accettare il nostro
posto di servitori dello Stato e, allo stesso tempo, di responsabili dell’ordine
pubblico. Siamo stati, come tutte le Forze dell’Ordine, gli uomini dell’impegno
quotidiano, svolto con coraggio, anche nei momenti più ardui e delicati. Quante
testimonianze di eroismo registra la storia dell’Arma! Non mancano tra i
carabinieri coloro che hanno pagato persino con la vita il prezzo della loro
fedeltà. Quindi, ai nostri commilitoni caduti sulla breccia, e a voi, congiunti
delle vittime del dovere, giunga un pensiero di speciale ammirazione e
riconoscenza.
La Sezione di Gela dell'Associazione Nazionale Carabinieri,
istituita il 27 giugno 2015, con l'avallo dei vertici di quella nazionale, ha
voluto intitolare la propria sede alla memoria di un eroe dei nostri tempi, il
Maresciallo Ordinario Sebastiano D'Immè, già in servizio presso il nucleo
investigativo dei Carabinieri di Como e trucidato a Locate Varesino il 6 luglio
1996, nel corso di un servizio antirapina dopo avere intercettato, assieme ad
altri militi, due pregiudicati a bordo di un'auto di provenienza furtiva. Nel
corso del conflitto a fuoco, che seguì al fermo dei malviventi, il maresciallo
D'Immè, nonostante fosse stato colpito in più parti del corpo, con la sua arma
d’ordinanza replicò al fuoco con eccezionale determinazione prima di accasciarsi
esanime al suolo.
Aveva trentuno anni. E’ stato un carabiniere
coraggioso e leale. E ha immolato la propria vita per mantenere fermi i principi
fondamentali della giustizia e della legalità. Sebastiano D’Immè merita di
restare nella memoria e nel cuore di tutti coloro che lo hanno conosciuto. E
tale suo esempio ci fa meditare, perchè dimostra, senza alcuna
ombra di dubbio, che Sebastiano ha immolato la sua giovane vita per
la sicurezza dei cittadini e per la tutela delle istituzioni.
Sebastiano D’Immè nacque il 1° gennaio
1965 a Militello Val di Catania. Dopo essersi trasferito con la
famiglia a Gela, frequentò le scuole superiori conseguendo il diploma di
maturità scientifica; nel 1987 frequentò il corso biennale presso l'allora
Scuola Sottufficiali Carabinieri di Firenze. Il 15 giugno 1989, promosso
vicebrigadiere, fu destinato alla Legione Carabinieri di Milano per essere
assegnato alla Stazione Carabinieri di Vimercate. Il 17 giugno 1989
prestò fedeltà alla Repubblica e il 27 settembre 1991 fu trasferito al
Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri di Como. Il 1° giugno 1995, dopo aver
contratto il matrimonio con Laura Tentori, si stabilì ad
Arcore. Quasi un anno dopo gli toccò quel
ferale destino. Dopo la sua tragica morte, i famigliari, provati dalla tragedia,
ebbero la forza d’animo di autorizzare l’espianto del cuore e di altri organi
che furono donati ad altre persone che ne avevano bisogno, risollevandone la
loro incerta sorte.
Nel 10 gennaio 2009 ho avuto il piacere di conoscere
proprio qui a Gela durante una sua visita, il magistrato Armando Spataro, oggi
procuratore della Repubblica presso il tribunale di Torino. Spataro è il
magistrato che l’8 agosto del 1996, nella qualità di sostituto procuratore della
Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, si occupò del delitto del m.llo D’Immè;
in una sua requisitoria ebbe a dire: “Loro
danno tutto per garantire lo stato di diritto: finchè ce ne sarà anche uno solo
così, varrà la pena di continuare a lavorare in qualunque situazione”.
Armando Spataro, autore di una pubblicazione dal titolo “Storie
di terrorismo e mafie, segreti di Stato e di giustizia difesa”, così come il
capitano Cataldo Pantaleo e Mirco Maggi, autori di un’altra pubblicazione dal
titolo “Nome in codice: ombra”, hanno
voluto ricordare Sebastiano D’Immè, per la dedizione al dovere dimostrata nel
suo contributo alle indagini sulla mafia calabrese al Nord, appunto col nome in
codice “ombra”.
Noi, come associazione,
abbiamo pensato che il modo migliore per ricordare ai posteri il suo sacrificio
sia stato quello di intitolare alla sua memoria la nostra Sezione di Gela.
Quindi, oggi vogliamo onorare il caduto in forma ufficiale avendo l’onore di
farlo in presenza dei suoi genitori e vostra, con l’impegno a ché i valori
e i sentimenti che si accomunano, non cambieranno mai il nostro attaccamento
all’Arma dei Carabinieri ed alla Patria.
Il 18 maggio 1998, il maresciallo Sebastiano D’Immè
dall'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ebbe conferita alla
memoria la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nella motivazione, che si va adesso
a leggere, lo si elogia per l’altissimo senso del dovere spinto fino all’estremo
sacrificio.
Questa la motivazione:
Addetto a nucleo operativo di Comando Provinciale, nel
corso di predisposto servizio antirapina svolto unitamente a parigrado,
intercettava due pericolosi pregiudicati a bordo di un'autovettura di
provenienza furtiva. Percependo che gli stessi, avvedutisi di essere stati
individuati, potessero sottrarsi al successivo controllo già predisposto con il
concorso di personale di rinforzo, non esitava ad affrontare i malviventi,
venendo però fatto segno a violenta azione di fuoco. Benché colpito in più parti
del corpo, con eccezionale coraggio e non comune determinazione, replicava con
l'arma in dotazione finché si accasciava esanime al suolo. Fulgido esempio di
elette virtù militari e di altissimo senso del dovere, spinto fino all'estremo
sacrificio.
Un anno fa un gruppo di carabinieri in congedo decise di
fondare qui, nella nostra città, una sede dell’Associazione Nazionale
Carabinieri. Queste persone, unite dagli stessi ideali del servire la Patria, la
famiglia e il cittadino, trovano oggi la forza di iniziare quest’opera che
prospererà nel tempo sempre con maggiore intensità.
Autorità politiche, religiose, civili e militari,
rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’Arma, gentili ospiti,
interpretando i sentimenti di tutti i Carabinieri, formulo il più caloroso
ringraziamento per aver voluto, con la Vostra gradita presenza, impreziosire
l’odierna ricorrenza e di aver dato lustro e particolare significato alla
cerimonia che, senza dubbio alcuno, evidenzia quella giusta coesione di intenti
tra l’Arma in servizio, quella in congedo e le Autorità dello Stato.
Carabinieri si diventa e non si finisce mai di esserlo!
Nel ricordo del milite medaglia d’oro Sebastiano D’Immè,
Viva l’Italia, viva la Patria, viva l’Arma dei Carabinieri.
Domenico Resciniti