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I GARIBALDINI TERRANOVESI

 

  

     Giuseppe De Leito

       Gaetano Antinori

   Barone Calogero

                                                            

E abbastanza difficile conoscere il numero esatto dei Garibaldini che parteciparono alle varie battaglie per l’indipedenza italiana. Durante la guerra del 1860 arrivarono nell’Isola circa 11mila uomini oltre ai 1089 che sbarcarono a Marsala, quindi circa 12 mila in tutto. Se a questi si aggiungono poi i circa 20 mila Garibaldini siciliani si arriva ad un totale di 32mila uomini. Tale numero, però, arriva a quello approssimativo di 80mila se si aggiungono i Garibaldini delle Campagne dell’Aspromonte, nel 1862, del Tirolo, nel 1866, e di Mentana, nel 1867. Quanti furono su 20mila siciliani i terranovesi che parteciparono all’epopea garibaldina? Non abbiamo idea di quanti fossero, e quindi non siamo in grado nemmeno di azzardare delle ipotesi sul loro numero. Il 22 ottobre del 1887 il Consiglio comunale di Terranova, presieduto dal sindaco, conte Nicola Panebianco, delibero di murare due lapidi nel vestibolo del municipio a ricordo dei patrioti terranovesi che parteciparono ai moti risorgimentali de1 1848 e del 1860. Tali lapidi, durante la demolizione del vecchio municipio, avvenuta verso il 1950, andarono perdute, con esse, ovviamente, anche i relativi testi. Diversi lustri fa, nell’androne del Comune è stata murata una Iapide, proposta e dettata dallo scrivente, a ricordo dei suddetti patrioti.

 

(Collezione N. Mulè - vietata la riproduzione)


In chiusura di questo capitolo ci piace riportate il testo di una Iettera del 1864 a firma di un padre che chiede al Sindaco di Terranova notizie del proprio figlio. Essa cosi recita:
"Al Signor Sindaco di Terranova"
"Signore"
"Il sottoscritto, dava all’armata meridionale dei volontari di Garibaldi, il proprio figlio di nome Vincenzo, che si assentava il 22 Giugno 1860 in Palermo nella 16a Divisione Cosenza 2a Brigata Milbiz, 1° Reggimento Vincenzo Bentivegna, 5a Compagnia, 2° Battaglione. Or nessuna nuova si a’ di lui. Si suppone morto da prode nelle montagne d’Isernia. Ma chi lo attesta? La supposizione non è un dato certo. Bisogna farne ricerche accurate. E pertanto che a Voi capo del Comune, incombe il paterno diritto di reclamare verso tutte le autorità municipali italiane, un figlio di questa terra, che si consacrava milite della Libertà all’Unità della Patria. >> << E morto, o pur vive? Ecco il doloroso dubbio, che addolora un padre infelice! Ecco la domanda contenuta dal pianto!" "Con tutta speranza ricorre a Voi, … che rappresentiate legalmente. E Voi non tarderete, a sommi-nistrare agli archivi della segreteria comunale, un elemento, che potrebbe valere alla storia patria, ed al sottoscritto!" "Terranova 6 Ottobre 1864" "Salvatore Tlgnino ». Il Sindaco dopo aver ricevuto tale lettera fece fare delle ricerche nell’archivio il cui esito fu il ritrovamento di una testimonianza scritta riferita al figlio del Tignino e sottoscritta de diversi ga-ribaldini terranovesi. Ecco il testo di essa: "Terranova 14 Luglio 1862" " Noi sottosegnati attestiamo sul proprio onore a chiunque spetterà vedere la presente qualmente militando noi sotto le bandiere del Generale Garibaldi nel 1860, nel primo Reggimento dei Cacciatori dell`Etna co-mandate dal Colonnello D. Vincenzo Bentivegna, nella quinta Compagnia del secondo Battaglione comandata dal Capitano Barbalunga, militava an-che con noi in detta Compagnia il soldato Vincenzo Tignino, figlio di D. Salvatore di Terranova, il quale nello assalto sostenuto dal distaccamento comandato dai Capitani … nelle montagne d’Isernia nel Regno di Napoli contro le truppe Borboniche, ci moriva al fianco colpita nella faccia da una palla nemica nel giorno ventuno Ottobre 18sessanta. " " ln fede del vero formiamo il presente scritto d’alieno carattere, e da noi segnato. "
"Sottotenente Antinori Gaetano, Giovanni Martinez, Giovanni Musumeci, segno di croce di Carmelo Romano e Felice Paino."

 

(Collezione N. Mulè - vietata la riproduzione)

 

 

Vittorio Emanuele II  Umberto I

                 

(Collezione N. Mulè - vietata la riproduzione)

 

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