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LETTERA DI CAVOUR

A VITTORIO EMANUELE II

 

Cavour a Vittorio Emanuele II
20 marzo 1861
Sire,
Tosto ch’io ebbi fatto conoscere al Consiglio dei Ministri nella seduta di ieri sera la necessità di chiamare nei Consigli della Corona dei rappresentanti dell’Italia meridionale, i miei colleghi risolsero unanimi di deporre nelle mani di V.M. le loro demissioni. A ciò fare furono indotti dal desiderio di lasciare libero il campo a V.M. nella solenne occasione che trattasi di
costituire per la prima volta un Ministero che abbracciar deve tutte le parti d’Italia; ed ancora per un sentimento di reciproco riguardo. Nel compiere ora al dovere di far nota a V.M. questa determinazione, mi credo in debito di sottoporre a V.M. che forse sarebbe opportuno che prima di prendere una determinazione V.M. sentisse il parere degli uomini politici più autorevoli che trovansi ora in Torino, come sarebbero Ricasoli, Farini, Rattazzi, Poerio. Se V.M. lo desidera, potrei farli avvertire di recarsi al Palazzo all’ora ch’Ella vorrà indicarmi, oppure anche meglio potrebbe madare loro invito diretto. Ove poi V.M. avesse altri ordini ad impartirmi, sono sempre pronto ad eseguirli. Solo supplico V.M. a degnarsi di voler recarsi questo dopo pranzo a Torino 1, ond’io possa riferire a V.M. lo stato delle cose e ricevere le sue istruzioni. Ho telegrafato ieri sera al Principe 2 ed al generale Garibaldi 3. Giunse da Londra la notizia che il Governo inglese riconoscerà il nuovo titolo di V.M.4.
Nell’aspettativa degli ordini di V.M., ho l’onore di, ecc.
(f.to) C. Cavour

 

 

Mazzini Cavour Garibaldi

padri dell'Italia Patria

 

 

 

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